In molti si chiedono se è possibile recuperare il vecchio bonus Renzi. Sono diverse le novità a riguardo, andiamo a scoprire quali sono.
Il Bonus Renzi è stata una delle misure più controverse degli ultimi dieci anni di politica italiana. Adesso ci si chiede se è possibile recuperarlo. Scopriamo quindi cosa bisogna fare e cosa cambia a breve per tutti i cittadini.
Il Bonus Renzi è quella misura introdotta dall’allora Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che permetteva di aggiungere dagli 80 ai 100 euro in busta paga. Dal 1° gennaio 2022 questo sussidio spetta solamente a coloro che hanno un reddito inferiore ai 15mila euro e solo in specifiche situazioni anche ai lavoratori con redditi non superiori a 28.000 euro. In questi anni è diventato fondamentale anche riconoscere i requisiti che permettevano di accedere a questo bonus.
Il bonus Irpef 80 euro è stato abolito dal luglio 2020 per poi essere sostituito dal bonus 100 euro. Ai titolari di redditi superiori a 28.000 euro e fino a 35.000 euro era riconosciuta fino al 31 dicembre 2021 una detrazione fiscale di 100 euro. Mentre invece non hanno diritto al Bonus Renzi tutti quei dipendenti con il reddito che non supera gli 8.174 euro all’anno, visto che fanno parte della no-tax area. Adesso però sarà possibile recuperare il Bonus Renzi, scopriamo come sarà possibile farlo.
Bonus Renzi, è possibile recuperarlo: come fare
Sono diversi i beneficiari del Bonus Renzi. Infatti in questa categoria rientrano lavoratori titolari di reddito da lavoro dipendente o assimilati del settore pubblico e privato, ma anche soci di cooperative e chi riceve assegni di mobilità, cassa integrazione o la disoccupazione. Ancora rientrano tra le categorie anche coloro con un contratto a tempo determinato, lavoratori socialmente utili e remunerazioni sacerdotali. Scopriamo adesso come è possibile recuperarlo.
Il Bonus Renzi adesso potrebbe essere recuperato da chi sarà in grado di presentare in tempo il modello 730. Questa somma è riconosciuta dal 1° luglio 2020 ai titolari di reddito di lavoro dipendente. Inoltre il bonus in questione non concorre alla formazione del reddito complessivo. La misura introdotta dall’ex Presidente del Consiglio è denominata anche “trattamento integrativo”.
Inoltre dovrà essere riconosciuta direttamente dal datore di lavoro in busta paga a partire dal mese di gennaio. L’unico caso invece in cui il datore non dovrà erogarlo sarà nel caso di un soggetto che non possiede la la qualifica del sostituto d’imposta, come nei casi di lavoro domestico. Oggi quindi è possibile recuperare il sussidio in questione semplicemente presentando il modulo 730. Inoltre sul sito dell’Agenzia dell’Entrata è possibile trovare il modello già pre-compilato.