Lo SPID serve anche per recuperare l’estratto contributivo, ma non tutti lo sanno e si rivolgono al Caf

L’estratto contributivo si può recuperare anche con lo SPID ma in pochi lo sanno. Ecco come evitare di rivolgersi al Caf. 

Prima di presentare la domanda di pensione, ogni lavoratore deve assicurarsi che non ci siano problemi legati alla propria posizione contributiva. In caso contrario, infatti, potrebbe incorrere in spiacevoli inconvenienti.

estratto contributivo INPS
Estratto contributivo consultabile con SPID (ebookmania.it)

In che modo ci si accerta che i contributi posseduti corrispondano realmente a quelli maturati nell’arco dell’intera vita professionale? Lo strumento messo a disposizione dall’INPS è l’estratto contributivo, che consente proprio l’esame della regolarità dei versamenti previdenziali che il lavoratore ha versato in autonomia o che hanno versato i suoi datori.

Il certificato, inoltre, contiene non solo il prospetto contributivo organizzato in base agli anni, ma anche tutte le informazioni sul lavoratore. Ad esempio, precisa i periodi di disoccupazione, malattia, servizio militare, Cassa Integrazione e anche la retribuzione percepita.

L’estratto è consultabile direttamente da casa, tramite SPID, come la maggior parte dei servizi offerti dall’Ente. La peculiarità consiste nel fatto che la documentazione è accessibile senza l’ausilio di sindacati, patronati o CAF. È necessario solo possedere una delle credenziali digitali SPID, CIE o CNS e una buona connessione Internet.

Come reperire l’estratto contributivo

Il contribuente deve collegarsi al sito ufficiale dell’Istituto di Previdenza ed entrare nell’Area My INPS. Deve, poi, cercare nell’apposito riquadro, l’estratto conto e cliccare sull’icona corrispondente al servizio. Sullo schermo, apparirà la pagina con la propria certificazione, che potrà anche salvata in PDF, scaricata e stampata.

come consultare il sito INPS
Accesso al portale online INPS (ebookmania.it)

L’estratto contributivo serve non solo a controllare che non ci siano irregolarità relative alla storia previdenziale, ma anche a segnalare all’INPS tali irregolarità, se riscontrate. Sulla pagina web, infatti, è disponibile il tasto che consente di segnalare eventuali mancanze, discordanze o errori.

Dopo aver consultato i dati relativi alla propria carriera, il contribuente deve calcolare i versamenti. In che modo? Sommando tutti i periodi specificati nell’estratto conto. Se, quindi, i contributi sono raggruppati per settimane, non ci sono difficoltà; è sufficiente sommare le settimane e dividere il risultato per 52.

Ad esempio, se si vuole usufruire dell’APE Sociale da disoccupato, con 30 anni di anzianità contributiva, sono obbligatorie 1.560 settimane. La somma, quindi, dovrà corrispondere a tale parametro, altrimenti non si ha diritto allo strumento pensionistico. Servono, invece, 2.132 settimane, ossia 41 anni di contribuzione, per accedere a Quota 103 o a Quota 41 per i lavoratori precoci.

Se, invece, i periodi dell’estratto conto sono indicati in mesi, sarà obbligatorio tramutare i mesi in settimane, che, per un intero anno, sono 52.

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