Congedo parentale, novità importanti per i genitori di figli fino a questa età

Novità importanti per quanto riguarda l’età dei figli per i quali è richiesto il congedo parentale, il periodo di astensione dal lavoro previsto per i genitori.

L’Unione Europea nel lontano 1992 introdusse una direttiva sul congedo di maternità, cioè la mamma del bambino appena nato poteva chiedere almeno 14 settimane di astensione dal lavoro, per poter stare vicina al figlio. Nel 2009, invece, la UE ha inserito il congedo parentale, ciò vuol dire che l’astensione dal lavoro poteva essere richiesta anche dal papà del bambino appena nato. Tuttavia, il congedo di paternità risulta essere più breve rispetto a quello di maternità.

Oggi molte leggi stanno cambiando nel campo del congedo parentale. In modo particolare è giunta una nuova notizia in merito alle nuove regole da rispettare in Italia, per i genitori che devono accudire i propri figli.

Congedo parentale: cosa cambia

L’obiettivo numero uno del governo Meloni è far nascere più figli all’anno, quindi per prima cosa occorre modificare alcune leggi importanti, che frenano la realizzazione di questo obiettivo. Una delle prime leggi toccate è quella sulle regole dei congedi di paternità e di maternità, oltre al congedo parentale. Ma cosa sono questi congedi?

I congedi di paternità e di maternità possono essere richiesti quando nasce un figlio; i congedi parentali, invece, possono essere richiesti fino a quando il proprio figlio compie 12 anni. Quali sono le novità introdotte dal governo? Il congedo di paternità diventa obbligatorio e durerà 10 giorni lavorativi, naturalmente questi 10 giorni saranno totalmente pagati.

Il padre potrà richiedere questo beneficio nei due mesi che precedono il parto, oppure nei 5 mesi successivi al parto. Il congedo parentale, invece, passa da sei a nove mesi e sarà retribuito al 30%, e lo si potrà richiedere fino a quando il figlio compie 12 anni (in precedenza lo si poteva richiedere fino all’età di 6 anni).

Queste misure entrano in vigore anche per i dipendenti pubblici. Per quanto riguarda i lavoratori autonomi e i professionisti c’è il diritto all’indennità giornaliera. Qualora ci fossero gravidanze a rischio l’indennità giornaliera la si potrà richiedere anche nei due mesi precedenti al parto.

Le novità comprendono persino il genitore single, cioè i figli cresciuti da un solo genitore. In questo caso il congedo passa da 10 a 11 mesi. Anche l’indennità di maternità per le lavoratrici autonome e le libere professioniste viene estesa, persino nei due mesi prima del parto in caso di complicanze dimostrate dai medici. Per aumentare le nascite dei figli le nuove regole introducono anche delle pene severe ai datori di lavoro, che si oppongono ai congedi di maternità e paternità, oltre al congedo parentale.