Tennis, la Swiatek lancia l’appello: “Uguale per tutti”

Un appello che arriva da più parti del mondo, in più segmenti di mercato, ma anche dai più disparati sport, come il tennis. Un appello che arriva per bocca di Iga Natalia Swiątek, più che numero uno al mondo, un capopolo.

L’accorato appello dal profumo di alert non arriva da una tennista qualsiasi, ma dalla attuale numero uno al mondo. Tale è Iga Swiątek, a soli 22 anni, una delle più forti più forti al mondo e della sua generazione (classe 2001), una che in carriera ha già fatto tredici.

Iga Swiatec lancia appello
Iga Swiatech in azione – Ebookmania.it

Tanti i titoli WTA, tra cui spiccano un Roland Garros e uno US Open. Dall’aprile scorso, nessuno come lei, la prima tennista polacca, nata nel terzo millennio, ad essersi aggiudicata un Major (nel singolare), raggiungendo la vetta della classifica WTA.

E’ reduce a un 2022 fantastico: una serie di 37 incontri consecutivi vinti, la dodicesima più lunga di sempre, con sei tornei WTA consecutivi, un’impresa riuscita solamente a Justine Henin dal 2000 in poi. Numeri che potrebbero essere aggiornati in questo 2003, dove la Swiatek si è messa in bacheca sia il prestigioso Indian Wells, sia l’altrettanto blasonato Miami.

Non siamo tutti uguali

Eppure Iga Swiątek, figlia di un papà canottiere olimpico e un mamma ortodontista, non si riesce a godere tutte le sue vittorie. C’è qualcosa che la disturba molto. E non fa nulla per urlarlo al mondo intero. “Il tennis è messo meglio rispetto a molti altri sport ma c’è ancora molto su cui lavorare, come fissare dei montepremi uguali in alcuni tornei Wta dello stesso livello di quelli Atp. In fondo facciamo lo stesso lavoro”. Una botta al cerchio, dunque, una alla botte.

La Swiatek innalza il suo sport, un passo avanti rispetto a molti sport, ma non abbastanza per quella parità dei sessi richiesta da tante, troppe, donne.

“Ci sono persone che dicono che il tennis maschile è più bello da guardare e che i ragazzi possono fare di più perché sono fisicamente e biologicamente più forti ma guardare il tennis femminile dà le stesse emozioni, e a volte anche di più, perché siamo donne e siamo un po’ più emotive – tuona la polacca – ma non penso di poter influenzare qualcuno. Sarebbe bello per il nostro sport avere prize money uguali”.

Oggettivamente le parole della Swiatec sono confermate da numeri non proprio uguali. Il successo di Stoccarda ha permesso alla polacca di intascare 100 mila euro, per il successo di Barcelona (stesso coefficiente) Carlos Alcaraz ne ha presi 475 mila: di parità qua non c’è nulla.

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