Gli aeroporti hanno un linguaggio ben preciso, impossibile da capire per chi non lavora nel settore, ma grazie a questo si evitano gli incidenti. Vediamo cosa accade a Fiumicino.
Ogni qual volta si alza la testa al cielo per via del rumore di aereo che sta sorvolando la nostra zona, viene spontaneo pensare come sia possibile che questi giganti del cielo riescano ad essere così sicuri anche una volta arrivati nel ‘traffico’ dell’aeroporto. Davvero non si scontrano mai? Ormai è un’informazione alla portata di tutti: l’aereo è il mezzo più sicuro in assoluto, ma per permettere ciò c’è bisogno di una grande organizzazione tra le tratte, gli arrivi e le partenze.
Per questo ogni aeroporto ha una torre di controllo da dove arrivano i segnali radio che trasmettono le comunicazioni ai vari aerei, e per dare l’ok a partenza e atterraggio. Il linguaggio utilizzato però non è quello che usiamo tutti i giorni per comunicare, si tratta di un qualcosa di molto più complesso, che di base usa codici e l’inglese ma che sarebbe difficile da decifrare per chiunque. Solo coloro che lavorano nell’ambiente conoscono il significato delle comunicazioni che arrivano dalla torre di controllo.
Il linguaggio degli aerei: il segreto della sicurezza degli aeroporti
Chi lavora in aeroporto si deve prendere la responsabilità di segnalare tutto ciò che arriva dal cielo, compreso i ritardi dei voli: se c’è un ritardo sulla linea, tutto potrebbe dover essere risistemato, dai voli successivi, all’organizzazione di tutte le piste d’atterraggio; sono importanti responsabilità. Questa comunicazione interna fa sì che l’aereo sappia con sicurezza quando la strada è libera per evitare collisioni.
Come si evince anche dal video qui sotto, le comunicazioni sono più che altro brevi frasi, codici che corrispondono agli aerei che arrivano e che vanno. In questo modo tutti sono a conoscenza dei movimenti nel cielo e possono organizzarsi tra di loro. Una comunicazione così efficace non esiste neanche nelle ferrovie. Inoltre gli aerei sono in grado di comunicare con gli aeroporti anche quando molto distanti: nei casi di forte mal tempo è possibile ad esempio dover rinunciare all’atterraggio, ritardarlo, in quel caso si cambia rotta per cercare di aspettare un meteo migliore per compiere la manovra.
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Ovviamente chi lavora nel campo sa perfettamente il significato dei numeri (che corrispondono ai vari veicoli) e delle azioni in codice: seguendo queste indicazioni anche gli stessi piloti sono costantemente monitorati. Questo livello estremo di sicurezza evita chiaramente che si verifichino incidenti molto pericolosi.